sabato 13 settembre 2008

Salterio

























Una musica arriva da un altro mondo. Sale lentissima. È portata da mani di seta. Vibra sgranando le note da vero carillon. È una musica vecchia come le tavole rotonde, persa come il destriero nel bosco e la dama imprigionata nella pietra.
Sembra buona da annusare. È eco in una cappella di lontananze erudite da un libro in copertina di damasco rosso rubino. Da un mondo diverso arpeggia fino a prenderti i polsi. Fino ad entrarti nel fiume di sangue e saliva. Fino a fluire in lacrime e ciglia in ancheggiare di ancelle e piccole giare di terre crude da seccare al sole. Goccia a goccia cade in pioggia incerta come sospesa in aria intarsiata nello zaffiro. Cerca le vibrazioni e si ferma nell'onda di risacche stese in giardini chiusi al pascolo delle divinità ansanti tra rose in boccioli di fresie e rapsodie.
È incedere tra percorsi di foglie secche, di fogli marciti nei cassetti chiusi dalla solitudine.
È densa da coppe delle donne al primo sbocciare di corpetti sciolti sui capelli tirati come corde di salterio all'angolo delle strade nei cortili di ghiaccio e di alluminio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie