sabato 11 agosto 2007

vai 'e presse?


Era col sorgere di un nuovo orizzonte che tramontava la salda idea di un mondo che stava fermo; senza girare come una palla, perché poi, se girano, le palle, sono guai grossi. Era stato Dante a metterla sul piedistallo e tutti potevano, da sotto, ammirarla molto meglio.
Questo Stilnovo, poi col tempo fu in voga pure con le cubiste nelle discoteche, vere discariche delle orecchie trombate del ventesimo secolo, vera manna per gli otorini, come i pantaloni a vita bassa per gli urologi. Ma ciò che risolse le sorti dei dermatologi furono, al di sopra d’ogni dubbio, i tatuaggi ed i piercing. Se facciamo un passo indietro e svoltiamo a destra, per poi immetterci sulla statale, sicuramente ci accorgiamo che la terra è rotonda, senza accanirci con l’ANAS, che cerca di rendere un servizio che ci va a quel servizio e brucia un po’. Da lì, quando non c’è traffico, si può fare anche la considerazione “eppur si muove”, sempre che la macchina non ci lasci per strada. E che a piedi il mondo ci sembra diverso.
E che alla fine del mondo ci fosse un nuovo continente non è una novità, ma che Bramante, pur bramando, non vi era mai stato, forse fa la differenza, come fa capire chi è veramente sulla rotta delle Indie, anche perché chi l’ha rotta? Se la rotta è rotta, è inutile prendersela col vicino di casa, che magari ha i suoi problemi con Lutero, che inventava un Nuovo Testamento e in verità continuava a protestare mandandolo pure all’inferno. Ma sia un po’ indulgente con le indulgenze! Che poi mi sembrano un pretesto questi protesti.
C’è chi ha i prestiti e chi si fa prestare la moglie dell’amico. Che poi finiamola con questa storia dell’amicizia! Che non mi si venga a dire che c’è tanta differenza tra la rotta e L’utero: è solo una questione di affrontare i problemi in profondità. Che mi sento un po’ pressato ultimamente. Sarà forse stato Gutenberg con le presse a Norimberga, ma avere tutti quei caratteri e nemmeno un caratteriale, con tutto quello che succede, ci vuole carattere per imprimere un segno indelebile. Indelebile poi sulla carta. Eh, si fa presto a dire sulla carta, bisogna vedere in pratica. In pratica il periodo che sto attraversando, mi porta a guardare con sospetto un pezzo di formaggio e a chiedermi con insistenza non sei né carne né pesce, ma allora che sei?
Che il periodo che sto attraversando a volte a piedi, a volte in macchina o in treno, non mi porta da nessuna parte. Parte pure lui, quel tale, Cristo, mi pare si chiami Cristo, di cognome Piccione, no, Palumbo, ma no…l’ho sulla punta delle dita…ah sì, Cornacchia, Cristo Cornacchia. Quello che avrebbe dovuto dare il nome all’America, ma che invece credeva di andare in India. Per fare il giro del mondo, che se è rotondo appunto ciack, si gira! Una storia dell’altro mondo. Se l’America si fosse chiamata Cornacchiola e se tutti gli Scornacchiati avessero invaso il mondo e rotto le palle all’universo intero, sarebbe stata tutta un’altra storia.
Una storia diversa. Che poi, chi l’ha inventato il cellulare?
Conosciamo meglio quello che inventò il telefono, che pure è storia vecchia. La nuova storia ancora non fa storia, né la leggi sui libri di testo, che testo non hanno fatto mai. Non fai testo testo!
Leggi, studia, ma ci pensi? A stare senza presse? E che mi sentirei molto meno pressato di come mi sento. Una vita senza presse.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io non vado 'e presse...me lo sono appena letto...con Loredana e Alessandra...hehehehehehehehe.....che bello!!!
CIAO!!!!!

Anonimo ha detto...

già... ma chi ha inventato il cellulare? pare un certo Cooper, ma non è che proprio sia sulla bocca di tutti!
ciao!

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